giovedì 28 settembre 2017

Convegno sulla Cavalleria Sacra

SESTO AL REGHENA: Convegno SULLA CAVALLERIA(a.c.) Un convegno sulla cavalleria sacra, organizzato da Clan Sinclair, si terrà sabato, alle 16, nella sala abbaziale di Sesto. Relatori Massimo Agostini, che presenterà la sua ultima fatica letteraria ' Et in Arcadia ego', e Domenico Fragata, che parlerà delle similitudini dei monaci guerrieri occidentali e orientali. Modera Nino Orlandi. Le conclusioni saranno di Tiziano Busca, presidente del Clan Sinclair Italia. Sarà presente anche il generale Vito De Chiara, che parlerà di cavalleria e...
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Si torna a parlare di Giordano Bruno


sabato 23 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte VII (e ultima) Gennaro Natale


Il pavimento della sacrestia antistante la scala che conduce alla Cavea, ricorda un labirinto (da notare che le linee bianche marmoree sono senza soluzione di continuità, lavoro impossibile da realizzare da un unico blocco di marmo; infatti nella sua ricerca alchemica il Principe avrebbe inventato una sorta di "marmo sintetico" da colare per fusione).
Com'è noto il viaggio labirintico verso la rigenerazione è legato alla rappresentazione della caverna. In qualunque civiltà riappaiono i miti legati al labirinto e alla caverna, miti che ripropongono il tema della Morte Mistica e della successiva Rinascita (C.G. Jung, ravvisa nella caverna un simbolo del grembo materno; in tal modo la caverna appare anche come l'uscita verso la vita).
La caverna iniziatica non è buia, ma è illuminata dal suo interno, così che l'oscurità regna proprio fuori di essa.
Occorre ricordare che nella Cavea Raimondo voleva porre la lampada eterna dei Rosacroce, poiché il mondo profano è sempre associato alle tenebre esterne e la seconda nascita considerata un'illuminazione.
Quando il labirinto è collegato con la caverna, questa ne rappresenta il punto centrale, cioè corrisponde all'idea di centro spirituale e si accorda al simbolismo del cuore.
Questa nuova nascita è l'Iniziazione, nel simbolismo cristiano il Battesimo.
Alchemicamente la Cavea rappresenta il "Vaso di Ermete".
Ma l'elemento significante, il compimento di questo percorso iniziatico è rappresentato dal "Cristo Morto".


La posizione attuale della statua al centro della navata non è quella che il Principe Raimondo avrebbe voluto per quest'opera, che infatti doveva essere posta nella cavea sotterranea illuminata da due lampade perpetue, invenzione dello Raimondo (è documentato che avesse scoperto una fonte di illuminazione autorigenerantesi), come lui stesso scrisse all'abate Nollet: "In mezzo alla Cavea sarà posta una statua di marmo a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto di un sudario trasparente della stessa pietra della statua, ma fatto con tanta arte, che ingannerà i più abili osservatori. E' l'opera di uno dei miei Scultori, Giuseppe Sammartino, giovane napoletano che promette di rendere celebre il suo nome nell'arte della Scultura...".
Raimondo voleva collocare il "Cristo Morto" nella Cavea, che rappresenta l'immagine della grotta, della caverna e massonicamente la "Camera di Mezzo" dove avviene l'Iniziazione a "Maestro", il terso e ultimo grado della Massoneria "Azzurra" o simbolica. (Solo i Maestri Massoni riusciranno a comprenderne appieno il significato di questa rappresentazione).
E' possibile però dire che la morte è la nascita ad una nuova vita e la morte iniziatica è rinascita ad uno stato di essere totalmente diverso che trascende il mondo profano.
Lo stesso concetto di morte è presente nella parola sacra del terzo grado della massoneria simbolica. Questa parola significa letteralmente prodotto della putrefazione e dà l'idea della condizione necessaria al principio di una nuova esistenza. Infatti l'iniziato che deve morire misticamente per nascere a nuova vita è ben figlio della morte, generato dalla corruzione.
La morte di Cristo simbolicamente rappresenta la "Putrefatio" degli alchimisti, ovvero l' "Opera al Nero" nel processo alchemico che precede il ritrovamento della Pietra Filosofale, cioè il ritrovare se stessi.


 Un accenno, infine, alla volta affrescata, opera di Francesco Maria Russo (1749). I colori vivi e raggianti usati dall'artista sono frutto di una formula inventata dallo stesso Raimondo di Sangro, e ancor oggi, dopo oltre duecentocinquant’anni, la patina del tempo non sembra averli offuscati: pare incredibile che gli azzurri, i verdi, gli ori dell’affresco siano ancora così intensi. Non sono mai stati restaurati.
Da un punto di vista simbolico, riveste particolare interesse il triangolo equilatero che – insieme alla colomba – domina il centro della scena. Tale figura geometrica è infatti pregna di significati: se nell’universo cristiano rappresenta la Trinità, nel sistema dei pitagorici la lettera maiuscola delta, dalla forma triangolare, è il simbolo della nascita cosmica, mentre nella cultura massonica il segno è distintivo del Maestro Venerabile.
Grazie a tutti coloro i quali hanno voluto seguirmi in questo viaggio all'interno della Cappella San Severo

mercoledì 20 settembre 2017

Letture del Clan di Paolo Donnina




" ..... caro Vincent, l'Arca dell'Alleanza è sempre stata in mezzo a voi, è stata già ritrovata ... poiché non è mai andata persa, ma la possono vedere e trovare solo coloro che possiedono l'energia e sanno come utilizzarla. Soprattutto quando lo stato d'animo è propositivo nei confronti degli altri, quando l'odio e la cattiveria non regnano più nel tuo animo , insomma quando il tuo unico scopo nella vita diventa quello di fare il bene e quello di aiutare gli altri, ma senza farsi coinvolgere emotivamente. Deve essere un aiuto disinteressato, e in particolar modo senza primeggiare sui propri simili e su quello che ci circonda.
dal romanzo esoterico iniziatico massonico dal titolo "La Regina della Luce" di Filomena Torrano.

Cavalleria Sacra evento del Clan Sinclair Italia


martedì 19 settembre 2017

una riflessione di Paolo Donnina

È vero senza menzogna, certo e verissimo,
che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa.

domenica 17 settembre 2017

La figura di Cecco d'Ascoli di Massimo Agostini


L'eretico Cecco d'Ascoli
Francesco Stabili di Simeone, meglio noto come Cecco d'Ascoli (Ancarano, 1269 – Firenze, 16 settembre 1327) è stato un poeta, medico, insegnante, filosofo e astrologo/astronomo.
A diciotto anni entrò nel monastero di Santa Croce ad Templum, centro ispiratore della dottrina occulta templare nella Marca Meridionale.
Per il suo pensiero eterodosso in materia religiosa, fu condannato al rogo dall'Inquisizione romana.

sabato 16 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte VI di Gennaro Natale








Veniamo alle ultime quattro statue (per un totale di dodici come i segni dello zodiaco e le colonne delimitanti il Tempio Massonico) quelle della "Pudicizia" (Antonio Corradini 1752), del "Disinganno" (Francesco Queirolo 1753-1754) e dei due "Angeli" uno detto "L'Angelo Orante" e l'altro l' "Angelo della Morte" (entrambi di Paolo Persico 1760 ca.).
La statua della "Pudicizia" rappresentata da una donna velata simboleggia la Scienza Iniziatica, una sorte di Iside velata (Plutarco diceva che la sedia di Iside a Sais aveva questa iscrizione: "Io sono tutto ciò che è stato, è, e sarà e nessun mortale ha mai sollevato la mia veste", un inno a Iside che esprime la stessa idea del velo della natura che nasconde verità misteriose agli occhi umani.).
Scienza che il neofita introdotto nel Tempio, dovrà svelare e fare sua e che viene offerta e data dall'Oratore. Il velo, la veste, simboleggia la forma continuamente mutevole della natura, la cui bellezza vela ai nostri occhi lo spirito.
Le rose sono simbolo di conoscenza e amore: la rosa simbolo di completezza, raggiungimento totale del fine, di transizione o passaggio necessario al raggiungimento della perfezione finale; infatti nella Divina Commedia, Dante giunge al Paradiso attraverso una "Rosa Mistica", e Lucio, protagonista dell'Asino d'Oro di Apuleio, si libera dalla forma di bestia mangiando delle rose appartenenti ad una corona dedicata a Iside, dea rivivificatrice. Rappresenta anche il principio femminile e quindi, anche per la sua posizione, corrispondente a quella nel Tempio, la Luna.
Il monumento è dedicato da Raimondo di Sangro alla memoria della “incomparabile madre”, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta il 26 dicembre 1710, quando Raimondo non aveva ancora compiuto un anno.Lo sguardo perso nel tempo, l’albero della vita, la lapide spezzata sono i simboli di un’esistenza troncata troppo presto e palesano il dolore del figlio Raimondo, che volle così tramandare fattezze e virtù della giovane madre. Al tema vita/morte fa esplicito riferimento anche il bassorilievo sul basamento, con l’episodio evangelico del Noli me tangere, in cui Cristo appare alla Maddalena in veste d’ortolano.
La statua del “Disinganno” (Francesco Queirolo, 1753-54), rappresenta l’uomo che per mezzo della scienza iniziatica si libera dalla materialità nascendo a nuova vita. Nel simbolismo massonico la statua rappresenta l’Iniziato al grado di Apprendista subito dopo la sua iniziazione: infatti in quel momento cade la benda dagli occhi e il neofita, fino ad allora cieco alla verità, vede la luce, in analogia al miracolo del cieco raffigurato nel bassorilievo della statua stessa. Al nuovo Apprendista viene richiesto di servirsi del suo intelletto e di tutte le sue forze per liberarsi dalla materialità che lo avvolge (il genio alato che aiuta l’uomo a liberarsi dalla rete) e nascere a nuova vita, come la farfalla che abbandona il bozzolo (la rete). E’ la lotta per liberare l’Io cosciente dalla stretta mortale dell’inconscio.
L’Iniziato deve studiare per progredire poiché, come dice la parola, egli è solo iniziato, sta a lui avanzare sul difficile sentiero dell’Iniziazione per divenire Compagno ed infine Maestro. Infatti nella statua ci sono dei libri, alcuni chiusi, uno solo aperto, la Bibbia, il libro della legge sul quale l’Apprendista presta il giuramento rituale. I libri chiusi significano anche che non tutto viene svelato all’Apprendista, ma tutto gli è mostrato, sta alla sua sensibilità e alla sua intelligenza penetrare i simboli (aprire i libri e leggerli).
Rappresenta anche il principio maschile e quindi, anche per la sua posizione, corrispondente a quella nel Tempio, il Sole.
Infine ai lati dell'altare maggiore si trovano gli Angeli, quello detto Angelo orante si sovrappone nella posizione del Tempio Massonico all'Oratore, mentre l'altro che regge una penna e una pergamena simboleggia il Segretario, che nel tempio occupa la medesima posizione.

domenica 10 settembre 2017

I Pellegrini dell'Anima


Pellegrini dell'Anima
Ieri in Garfagnana un gruppo di "Pellegrini dell'Anima" hanno lavorato in semplicità e armonia, ripercorrendo i valori simbolici e rituali del sentiero iniziatico del Rito di York.
Non posso che esprimere il mio più profondo ringraziamento a Tiziano Busca e a tutti i presenti.
Come sottolineato dal fr.'. Enzo A. Heffler
"Ieri dalle montagne della Garfagnana un'aquila ha aperto le sue ali per spiccare un volo verso il cielo."

sabato 9 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte V di Gennaro Natale


Ulteriore prova per il neofita, dopo aver brancolato nel buio dell'ignoranza, cerca di discernere le cause dei suoi errori e così torna suoi suoi passi, ma procede con prudenza, come il vecchio rappresentato nella statua "Lo Zelo della religione" (di Fortunato Onelli, Francesco Celebrano e altri, 1767), che regge una lampada e un flagello, mentre un putto è intento a dare fuoco ai libri dell'eresia. L'ovale inserito nella statua è dedicato a Ippolita del Carretto e Adriana Carafa della Spina, mogli del fondatore della Cappella Giovan Francesco di Sangro. La fervente devozione delle due donne è esaltata da questo complesso gruppo scultoreo, in cui spicca la figura di un vegliardo che porta in una mano la luce della Verità e nell’altra una sferza per punire il sacrilegio, mentre con il piede calpesta un libro da cui fuoriescono le serpi dell’eresia. Un putto con una fiaccola completa l’opera di distruzione dei testi eretici, altri due puttini sorreggono il medaglione con i profili delle due ave. Da notarsi, infine, che anche negli statuti massonici settecenteschi era formalmente prescritto il più “sincero e inviolabile zelo per la religione”.
In questa composizione è rappresentato il cammino che l'Apprendista deve compiere, rischiarandosi con la lampada della sua intelligenza, alla ricerca della verità; il putto rappresenta la coscienza che distrugge con il fuoco purificatore i libri dei dogmi, dai quali il libero pensatore si deve liberare se vuole continuare il cammino sul sentiero iniziatico. Per rendere all'iniziando la sua sicurezza gli si fa subire la purificazione dell'Acqua (Tarocchi, arcano n.9, L'Eremita, corrispondente sul piano astrologico a Nettuno e nel mondo fisico all'acqua).
Un'ultima prova deve essere affrontata: quella del Fuoco.
L'iniziando deve dimostrare di saper rimanere nel regno delle fiamme, cioè delle passioni che lo circondano, senza esserne bruciato, pur permettendo che il calore di esse possa penetrarlo.
Questa è una dimostrazione di forza esemplificata dal soldato che ha incatenato il leone della statua del "Dominio di Se Stesso" (Francesco Queirolo, dis. - Francesco Celebrano sculp. - 1767): il leone vinto rappresenta il trionfo dello spirito sulla materia (esattamente la stessa rappresentazione del leone nel bestiario medievale) e la sottomissione della forza all'intelligenza (l'azione simbolica dell'incatenare il leone costituisce una delle fasi del processo alchemico, necessario per giungere alla Grande Opera).
È la memoria di Geronima Loffredo, nonna paterna di Raimondo di Sangro, a essere onorata da questo monumento funebre.

venerdì 8 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte IV di Gennaro Natale



I quattro viaggi simbolici che ne costituiscono il fulcro sono rappresentati dalle quattro statue: "Sincerità", "La Soavità del Giogo Matrimoniale", "Lo Zelo della Religione", "Il Dominio di se stesso", che raffigurano le quattro prove a cui viene sottoposto il neofita.
La prima prova, o primo viaggio, è quella della Terra, simboleggiata dal Gabinetto di Riflessioni, dove il profano deve compiere un'indagine di introspezione psicologica che è alla base di ogni processo iniziatico. In tale momento non è possibile mentire a se stessi e l'atteggiamento del profano deve essere pervaso da sentimento di amore e di serenità. Ecco quindi spiegati il cuore (amore) e il caduceo (concordia e pace) nelle mani della donna raffigurata nella statua della "Sincerità" (Francesco Queirolo 1754-1755). Altro simbolismo sotteso è il connubio del "animus" con l' "anima", l'unione del maschile con il femminile, dell'acqua col fuoco; simbolo di questa unione è il "caduceo", attributo di pace e concordia appunto. P.Valeriano, nel suo Hieroglyphica, 1556, diceva che "il caduceo rappresenta alchemicamente - fissazione del mercurio dei saggi e il solvente -. Tutti gli autori ermetici parlano di un temibile combattimento tra due draghi e la mitologia ci insegna che questa fu l'origine dell'attributo di Ermes, che provocò il loro accordo ponendo tra di essi il suo bastone. Si deve saper realizzare tra l'acqua e il fuoco il segno dell'unione e della concordia...".
Altra prova è quella dell'Aria. Il Wirth associa la prova dell'Aria all'arcano n.4 dei Tarocchi: L'Imperatore, che ha la sua corrispondenza astrologica in Giove, che a sua volta e sinonimo dell'Aria.
La corrispondenza analogica con la statua "La Soavità del Giogo Matrimoniale" (Paolo Persico 1768) è facilmente rilevabile.
Il giogo che la donna tiene in mano è il segno del dominio, ma un dominio non grave, simboleggiato dalle piume, segno di leggerezza, alle due estremità.
Il pellicano, poi, è simbolo di regalità, come l'elmo che cinge la testa della donna. Nel giogo è anche l'insegna del sovrano potere iniziatico, poiché l'alchimista che ha trovato l'oro ha soggiogato a sé tutta la materia con amore (profondo e reciproco - i due cuori nella mano destra), egli non è un despota e il suo potere non ha nulla di brutale perché si ispira a un ideale di bontà.

I Pellegrini ell'Anima


giovedì 7 settembre 2017

Pinturicchio, il Cammino della Virtù (o Colle della Sapienza), 1505, tarsia pavimentale, Siena, Duomo. di Gennaro Natale

La tarsia racconta visivamente in cosa consiste questo cammino iniziatico di conoscenza.
La scena è ripartita su fondi di colore diverso: il bianco (il sentiero), il grigio (mare tempestoso), il nero (terra) il rosso (il colle della Sapienza).
La scena è dominata da un colle, in alto, al quale si accede attraverso un sentiero pericoloso con sassi, radici, animali, serpenti, una tartaruga.
Al centro della tarsia, in alto, Sophia (La Sapienza), che rappresenta la massima virtù raggiungibile dall'uomo. Il messaggio allegorico è racchiuso nel cartiglio sopra la Sapienza: la strada per giungere alla virtù è faticosa, ma chi persevera sarà premiato.
Infatti c’è scritto:
Huc properate viri: salebrosum scandite montem Pulchra laboris erunt premia palma quies.
Quale sarà la ricompensa al saggio che raggiungerà la vetta? La ricompensa sarà la palma della serenità, che infatti la Sapienza dona al personaggio alla sua destra, che è Socrate.
Al personaggio alla sua sinistra, Cratete, consegna un libro chiuso. Mentre Socrate (che tiene nella mano destra anch'egli un libro chiuso) è nell'atto di ricevere la palma, Cratete è nell'atto di riversare verso il basso (sopra la vela che ricopre il capo della Fortuna o l'Occasione, simbolo di mutevolezza e incostanza. Infatti è rappresentata con un piede su una sfera e l'altro su un barca, entrambi simboli di instabilità) un canestro pieno di oggetti preziosi (catene d’oro, bracciali, spille, anelli), le ricchezze terrene, un bagaglio ormai inutile per l'uomo virtuoso.
Sul sentiero vediamo rappresentati diversi animali tra cui una tartaruga e diversi serpenti.
La tartaruga è associata alle virtù della perseveranza e della prudenza.
I serpenti rappresentano invece gli ostacoli da superare lungo il cammino.

martedì 5 settembre 2017

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte III di Gennaro Natale


Le successive due statue, quelle dell'Educazione" e della "Liberalità", entrambe opera di Francesco Queirolo 1753-1754, rappresentano le due colonne simboliche (I Sorveglianti), collegate con le colonne viste nella Parte II con una sorta di corrispondenza, il cui punto d'incontro delle diagonali che a due a due le uniscono, riassume in sé gli altri punti emergenti della Cappella, congiungendo così con un asse immaginario la porta e l'altare.
In origine i due sorveglianti sedevano ai lati della porta perché uno dei principali loro uffici era, ed è, il controllo dei Fratelli al loro ingresso nel Tempio.
Nella Cappella il Primo Sorvegliante è rappresentato dalla statua della "Liberalità", mentre il Secondo Sorvegliante e rappresentato dalla statua dell"Educazione".La "Liberalità" rappresenta una donna che sostiene una cornucopia con una mano e nell'altra porge delle monete e un compasso. La sua posizione ed il suo gesto, suggeriscono l'identità con il Primo Sorvegliante che, nel Tempio Massonico, occupa lo stesso posto e la cui funzione è, tra l'altro, quella del pagamento simbolico degli operai, cioè il Fratelli Liberi Muratori. Il compasso poi, indica la Volontà ed è attributo del Primo Sorvegliante.L'aquila ai sui piedi rappresenta la forza e la temperanza, attributi anch'essi del Primo Sorvegliante, prima della inopinata inversione delle statue di Ercole (Forza) e Venere (Bellezza) all'interno del Tempio avvenuta nel 1969. Inoltre i bestiari medievali la indicano come l'unico animale in grado di fissare il sole senza essere accecato; allusione alla posizione gerarchica del Primo Sorvegliante che è il più vicino alla "Luce".
Ai sorveglianti è inoltre affidato il compito di istruire i Fratelli (non dimentichiamo che la Massoneria è anche una Scuola) e precisamente al Secondo Sorvegliante sono affidati gli Apprendisti che sono sotto la sua responsabilità; a questo infatti è connessa l'istruzione dei neofiti che si accingono a varcare la porta del Tempio in analogia alla statua dell'"Educazione", rappresentata nella Cappella da una donna intenta all'istruzione del figlio giovinetto. Sulla base della statua è scritto : "educatio et disciplina mores faciunt" (l'educazione e la disciplina formano i costumi).
Altri simboli della tradizione ermetica si sviluppano nella simbologia delle statue; simboli che rispecchiano una partecipazione reale a quel sapere che il Principe si divertiva ad esaltare ed insieme nascondere in una trama che stimola il visitatore attento a dipanare il filo rivelatore.
Sempre in questo ambito, assume grande rilievo la rappresentazione allegorica della cerimonia (Rito) principale che avviene nel Tempio Massonico, che vederemo nelle parti successive: l'Iniziazione.

lunedì 4 settembre 2017

Parigi, rue du Temple, Santa Elisabetta d'Ungheria, patrona degli Ospitalieri. di Massimo Agostini

Elisabetta d'Ungheria, o di Turingia, principessa ungherese, langravia di Turingia in virtù del suo matrimonio con Ludovico IV, è legata a Federico II di Svevia da lontani vincoli di parentela
La chiesa è sede dei Cavalieri di Malta.
La costruzione della chiesa è iniziata nel 1628 sotto la guida del mastro Louis Noblet e la regina Maria de' Medici vi pose la prima pietra.
Interessante anche il simbolo del giglio posto sulla corona di una statua posta all'interno della chiesa

Parigi: i Templari di Le Marais di Massimo Agostini


Su suggerimento di una mia carissima amica, che chiamerò Vivi per ovvie ragioni di privacy, ho visitato il quartiere parigino di Le Marais.
Un luogo che riesce a coniugare la bellezza di una Parigi di altri tempi con la mondanità di una frenetica gioventù da happy hour.
Un quartiere ricco di negozi sartoriali per autentici radical chic, per ogni genere di sesso (...)
Un ambiente che, per quanto ravvivato da nuove energie di tendenza, mi ha donato un particolare senso di mistero, animato da antiche, inconsce storie di una Parigi magica, che ancora sembra avvolgere le strette vie di Le Marais.
Quando Vivi mi suggerì di visitare Le Marais, non mi diede tante spiegazioni, ma la stima nei suoi confronti, unità alla mia innata curiosità, fu più che sufficiente per indurmi ad addentrarmi in quel quartiere del III arrondissement di Parigi.
Al rientro in hotel, ho inviato un messaggio di ringraziamento alla mia amica per il prezioso consiglio, spiegandole il senso di magia che avevo percepito nel mio girovagare nei meandri di Le Marais.
Solo dopo averle espresso le mie sensazione, Vivi, con il suo messaggio di risposta, mi spiegò il motivo per cui mi suggerì di visitare quel quartiere di Parigi: un motivo che finalmente dava un senso a quell'arcana energia che avevo percepito.
"A Le Marais esiste una vita patallela che esula dalla movida, una storia legata al mondo esoterico e ai Templari, descritta anche da Umberto Eco e da Franco Cuomo."
Per quanto riguarda i Templari, da una veloce ricerca, ho infatti trovato che una delle loro basi era situata proprio ai margini orientali della città di Parigi (III arrondissement), vicinissima a quello che oggi è l’Hôtel de Ville (Municipio), dove una piccola parte dell’ordine s’insediò dal 1139 d.C.
Questo insediamento si trovava in un luogo reso paludoso dai vecchi affluenti della Senna che venivano giù dalle alture di Belleville.
In breve tempo, grazie alle conoscenze idrauliche e agronomiche, i Templari trasformarono quell’area insalubre nel “mercato-giardino” (marais) della capitale.
Subito dopo questo lavoro di bonifica, si spostarono verso i confini nord-orientali dell’area, dove costruirono la fortezza di Enclos du Temple, che divenne il quartier generale dell’ordine in Europa.

sabato 2 settembre 2017

La scoperta di Massimiliano Achille a Santorini


... a Santorini ieri mi sono imbattuto in questo ...

CENNI SULLA CAPPELLA SAN SEVERO - Parte II. di Gennaro Natale


La puntualizzazione delle singole statue, vale a suggerire temi e allusioni dai quali si intuisce il complesso dominio tanto del repertorio massonico quanto di quello ermetico.
Il Tempio Massonico, che è l'immagine allegorica dell'universo, è un'ampia sala rettangolare i cui lati rappresentano i punti cardinali.
La parete di fondo simboleggia l'Oriente, dove su sette gradini si erge il trono del Maestro Venerabile, La parete di destra il Mezzodì, quella di sinistra il Settentrione, l'Occidente contrassegna la parete dove si trova la porta d'ingresso ai cui lati stanno due colonne, una portante sul fusto la lettera B (Boaz), simboleggia la Forza, l'altra portante sul fusto la lettera J (Jakin), che significa Stabilità, simboleggia anche la Fecondità e la proiezione.
Il Porciatti (in Simbologia Massonica) riferisce che "...le due colonne del Tempio Massonico, ricordano quelle del vestibolo del Tempio di Salomone; entrambe furono opera di Hiram, etireno, e noi sappiamo da Erodoto che nei più antichi templi di Tiro la divinità aveva per immagine due steli elevate dal fondatore della città, in onore del fuoco e del vento. Queste colonne assunsero così un carattere sacro presso i Fenici che eressero più tardi sulle due rive dello stretto di Gibilterra, dei monumenti conosciuti nell'antichità col nome di colonne di Melquart o di Ercole, quali limiti oltre i quali muore lo spirito umano: simbolo questo che ritroviamo nei due obelischi egizi posti all'ingresso dei templi e delle tombe e nelle torri della facciata delle cattedrali gotiche... Le proporzioni delle colonne di Salomone, quali ci sono tramandate dalla Bibbia, conferiscono loro un aspetto fallico, che le riavvicina a numerosi monumenti fenici consacrati al potere generatore maschile ed il capitello terminante in calotta emisferica circondato da un doppio ordine di melagrane, completa il simbolo della generazione...".
In analogia al Tempio Massonico, quindi, Raimondo di Sangro colloca, alla porta d'ingresso della Cappella, due statue: a sinistra "ll Decoro" (Francesco Queirolo (?) seconda metà XVIII secolo), rappresentato da un giovinetto con i fianchi cinti da una pelle di leone, e a destra "L'Amor Divino" (Antonio Corradini 1751-1752), rappresentato da un giovane nell'atto di offrire un cuore fiammeggiante.
"Il Decoro" è in corrispondenza con la lettera B; l'analogia è chiaramente evidenziata dalla pelle di leone, simbolo di forza, che cinge i fianchi del giovinetto.
Nella statua dell'"Amor Divino" il particolare del cuore fiammeggiante simboleggia l'antropomorfizzazione del segno alchemico dello zolfo che è un componente della Grande Opera, componente che viene offerto, dunque proiettato. E' quindi in corrispondenza della lettera J, il cui capitello è sormontato da tre melagrane che si schiudono, simbolo di fecondità e di proiezione. Nelle colonne è simbolo della vita, cioè delle antitesi; compendiano perciò i due essenziali principi dell'universo: il maschile e il femminile. Tale simbolismo si trova alla base di tutte le concezioni esoteriche; nella cultura orientale sono chiamati yin e yang i due principi che si compenetrano per dare origine alla vita; nel simbolismo alchemico è l'Ermafrodito, una della fasi della Grande Opera.

venerdì 1 settembre 2017

Alla ricerca dei misteri di Parigi L'Arcadia e Il segreto di Saint Sulpice di Massimo Agostini

San Sulpicio nacque a Vatan, nel Berry, da una famiglia gallo-romana. Si formò alla corte Merovingia di Gotrano, nipote di Clodoveo.
Vescovo di Bourges, fondò il primo Ospedale della città.
Il fatto che questo misterioso tempio di Parigi sia stato dedicato ad un santo devoto servitore dei re merovingi, porterebbe a confermare le tante ipotesi che legano Saint Sulpice alla "Linea della Rosa", al Priorato di Sion e all'ARCADIA
La chiesa di Saint Sulpice sorge nell'antico borgo di Saint Germain, che prese origine da un'importante abbazia, costruita sulle rive della Senna su una fondazione del 542 voluta dal re Childeberto, figlio di Clodoveo.
Forse è proprio per questo legame con la stirpe dei re taumaturgi (Rex Deus) che a Saint Sulpice, al pari di altri templi legati al mito del Graal, sia dominante l'immagine del femminino sacro.
Entrando nel tempio, ci si trova immediatamente attratti dalla splendida statua della Madonna con bambino che, posta nell'abside, al centro del tabernacolo, sembra esprimere la Shekhinah, la manifestazione del divino, concessa solo ai Sommi Sacerdoti del Tempio di Salomone.
Per i cultori del Graal, e di una spiritualità che trae origine dal culto di Iside e Osiride, appare inevitabile associare quell'immagine al mistero di Maria Maddalena e di Cristo.
Un mistero indicato anche come "linea della rosa" Rose-line ( non è forse un caso che anche a Rosslyn Chapel domini la stessa immagine).
Forse è proprio per questo che Saint Sulpice sembra essere legata anche alla linea dell’antico meridiano di Parigi, che parte dalla città di Dunkerque, raggiungendo Parigi, dietro la chiesa di San Sulpice, poi nei pressi della piramide di vetro del Louvre, e quindi sotto l’Osservatorio di Parigi, per proseguire il suo itinerario verso il meridione della Francia, correndo a pochi chilometri di distanza dalla città di Bourges e poi terminare nei Pirenei, nella località di Les Pontils, a circa 300 metri dal sarcofago d’Arcadia, quello dipinto dal pittore Nicolas Poussin, nel quale si legge la famosa frase latina “Et in Arcadia ego”.
Chi possedeva la Linea Rosa, era il figlio degli Dei, colui che ha superato il ciclo perpetuo di morte e rinascita, il neheh degli antichi Egizi.
Non a caso la linea meridiana di Francia passava nei pressi della tomba d’Arcadia, una località situata vicino a un’antica commenda dell’Ordine del Tempio.
Non è neanche un caso che all'interno di Saint Sulpice sia presente uno gnomone che permette di stabilire con precisione il tempo dell'equinozio di primavera, un tempo fondamentale per tanti riti iniziatici.
Massimo Agostini